A prescindere dalla fede - certo, magari essere juventini può aiutare -, e comunque con un occhio più distaccato, nomi e condizioni, emozioni e situazioni ci ricordano costantemente perché questo sport non ci lascerà mai. Anche e soprattutto finisce per deluderci.
Così, il campionato numero 100 della storia del calcio italiano, si rivelò tra i più folli e sconclusionati di sempre: lo vinse la Juve, al termine di una cavalcata epica. Lo perse l'Inter, tra le lacrime del Fenomeno.
All'inizio del campionato, i favori del pronostico riguardavano Roma e Juventus, con la Lazio e le milanesi a loro volta accreditate e con buone aspettative.
Tuttavia, a sorprendere fu il neopromosso Chievo, proveniente da un piccolo borgo veronese e prima squadra capace di completare la scalata dell'intera piramide calcistica italiana. Dopo due turni, si trovò a guidare la classifica a pari merito con la Juventus. L'inedito scontro di vertice si consumò già alla terza giornata, quando la vittoria in rimonta dei bianconeri consegnò loro il primato solitario.
Nel frattempo, la Lazio ebbe un avvio stentato, tanto da sfociare nell'avvicendamento in panchina tra Dino Zoff e Alberto Zaccheroni, mentre l'Inter di Cúper emerse, sottraendo ai piemontesi il comando alla quinta giornata.
Il 21 ottobre 2001 i nerazzurri furono superati dai sempre più sorprendenti clivensi di Luigi Delneri, complice la battuta d'arresto nel derby meneghino. Per il Milan, la vittoria nello scontro cittadino rappresentò una delle poche note positive in un inizio di stagione complicato, culminato nell'ingaggio di Carlo Ancelotti al posto di Terim ai primi di novembre.
Un quadro complesso coinvolse anche la Fiorentina, alle prese con difficoltà agonistiche, instabilità finanziaria e malumori nella dirigenza. Nel mentre, il Chievo continuò a distinguersi per la buona qualità di gioco, con giocatori come Luciano, Manfredini, Perrotta, Marazzina e Corradi tra i protagonisti. Anche il Verona riuscì a emergere, vincendo il primo derby dell'Arena in massima serie e raggiungendo un sorprendente quarto posto dopo quell'evento.
Con la Juventus attraverso un periodo di crisi, a dicembre si alternarono al vertice Chievo, Inter e Roma. I clivensi si trovarono sempre più a loro agio nei piani alti della classifica e a metà mese sconfissero il Milan in uno scontro diretto. Tuttavia, furono i lombardi a chiudere il calendario annuale al primo posto. Il 6 gennaio 2002, l'Inter fu fermata sul pareggio dalla Lazio, consentendo ai giallorossi di superarli e aggiudicarsi il simbolico titolo d'inverno per il secondo anno consecutivo.
La seconda parte del campionato vide la resa nella corsa al titolo del Milan, penalizzato dalla lunga assenza del centravanti Inzaghi, infortunatosi alla fine del girone di andata, e del Chievo.
La situazione del Chievo fu ulteriormente scossa dalla morte dell'attaccante Mayélé in un incidente stradale all'inizio di marzo. E la Juventus, dopo un inizio di stagione difficile, trovò successivamente la giusta soluzione risolvendo i problemi tattici che avevano influenzato le prestazioni di giocatori chiave come Thuram e, soprattutto, un Nedved fino a quel momento poco brillante.
Con il francese spostato stabilmente in difesa e Nedvěd reinventatosi come trequartista, la squadra di Lippi tornò a lottare seriamente per il titolo insieme a Chievo e Inter. La lotta per lo scudetto diventò quindi a tre, con le squadre in testa che si alternavano di turno in turno.
Un momento decisivo arrivò il 10 febbraio, quando Roma e Juventus si affrontarono terminando in pareggio, permettendo alle due squadre di staccare l'Inter, sconfitta a Bologna.
Nel secondo scontro diretto, i bianconeri ottennero un pareggio rocambolesco nel derby d'Italia a San Siro, mentre i giallorossi vinsero nettamente la stracittadina, grazie a una storica prestazione di Montella.
Nel terzo scontro importante, l'Inter vinse contro la Roma, prendendo il comando della classifica, mentre la Juventus cadde a Parma. Questa situazione faceva presagire la fine anticipata del campionato.
Tuttavia, alla trentesima giornata, l'inaspettata sconfitta dell'Inter contro l'Atalanta e il pari altrettanto inaspettato della Roma a Venezia permisero alla Juventus, vittoriosa a Perugia, di riaprire improvvisamente la lotta per il titolo.
Il penultimo turno riservò ulteriori sorprese, con tutte e tre le squadre concorrenti impegnate in trasferta.
L'Inter era in vantaggio sul Chievo, ma nei frenetici minuti finali, le reti sia della Juventus che del Chievo ridussero il vantaggio dell'Inter a soli +1, anziché +5.
Questo consentì alla Juventus di superare l'Inter al secondo posto, sfruttando anche il pareggio della Roma contro il Milan. Nell'ultima giornata, fissata per il 5 maggio 2002, le tre squadre arrivarono con i seguenti punti: Inter 69, Juventus 68, Roma 67.
A causa dei punti persi contro le squadre provinciali, i giallorossi, impegnati contro il Torino al Delle Alpi, avevano poche speranze di riconfermarsi campioni.
La Juventus, più fiduciosa, si confrontava con l'Udinese, che la settimana prima aveva raggiunto la salvezza grazie alla vittoria esterna contro il Lecce, vittoria che, peraltro, condannò i pugliesi alla retrocessione.
I piemontesi confidavano soprattutto nella Lazio che affrontava proprio l'Inter e che, con una vittoria e stante risultati favorevoli dagli altri campi, poteva ancora sperare di raggiungere la qualificazione alla Coppa UEFA; tuttavia, l'attenzione era massima e gli occhi erano puntati esclusivamente sul presunto trionfo dell'Inter.
Anche la tifoseria biancoceleste, sia per il saldo gemellaggio con i tifosi dell'Inter sia per il disprezzo nei confronti della propria dirigenza, oltre al timore che lo scudetto finisse ancora nelle mani dei rivali giallorossi, si schierò pubblicamente a favore dell'Inter, trasformando di fatto l'Olimpico in un mare nerazzurro.
Come previsto, all'allora Friuli, la Juventus si mise subito in vantaggio grazie ai gol di Trezeguet e di Del Piero. Nel frattempo, a Roma, inaspettatamente l'Inter perse per 4-2 contro la Lazio, un match destinato a entrare nella storia: dopo il vantaggio iniziale degli ospiti, i padroni di casa trovarono poco dopo il pareggio.
Ma quando l'Inter tornò in vantaggio a metà del primo tempo, quando sembrava che la partita e la classifica fossero già decisi, fu proprio lì che si ribaltò tutto: poco prima dell'intervallo, la Lazio pareggiò nuovamente, e nella ripresa segnò il gol del sorpasso definitivo contro un'Inter che, al ritorno in campo, subì un crollo atletico e, ancora di più, mentale: vari giocatori nerazzurri furono addirittura colti dal pianto durante la partita, vedendo sfumare all'ultimo momento un trofeo che mancava da Milano dal 1988-1989.
A Udine, la Juventus si aggiudicò il suo ventiseiesimo scudetto, conquistato da una squadra che aveva affrontato il rush finale in condizioni fisiche migliori rispetto agli avversari, dimostrando lucidità e tenacia nel credere fino in fondo in una rimonta che sembrava, a tratti, impossibile. Con la contemporanea vittoria della Roma contro il Torino, l'Inter, suo malgrado, compì un'autentica caduta libera e scivolò al terzo posto in classifica, relegandosi ai preliminari di Champions League.
Dopo una promozione storica, il Chievo si preparò a debuttare in Serie A, attirando l'attenzione dei media. Il primo incontro nel massimo campionato fu a Firenze, contro i detentori della Coppa Italia.
Contro ogni aspettativa, la squadra riuscì a sconfiggere i viola per 2-0. Nella seconda giornata, ottennero un'altra vittoria con lo stesso punteggio contro il Bologna. Nel terzo turno, si trovarono a sfidare la Juve per la prima posizione in una sorprendente sfida di vertice: nonostante si fossero trovati in vantaggio per 2-0, i gialloblu persero 3-2. Questa sconfitta non compromise il loro rendimento, poiché il loro spettacolare gioco li fece considerare la rivelazione della stagione. Il 21 ottobre riuscirono persino a conquistare il primo posto.
Il primo pareggio a reti inviolate della stagione arrivò il 3 novembre in casa del Venezia. La giornata seguente vide la prima stracittadina in massima serie, un evento che acceso l'intera città. Analogamente a quanto accadde a Torino, il Chievo subì un altro 3-2 in rimonta.
Nonostante la sconfitta, la classifica non subì cambiamenti, ma all'inizio di dicembre la squadra di Delneri cedette al Milan, ancora una volta per 3-2 in seguito a un controverso arbitraggio, perdendo la leadership. Tuttavia, la riconquistarono a metà mese sconfiggendo l'Inter al San Siro con un punteggio di 2-1. A causa del rinvio della partita con la Lazio e della sconfitta contro l'altra squadra romana, il Chievo perse la possibilità di ottenere il titolo d'inverno, che invece andò ai giallorossi.
Dopo la sconfitta contro la Roma, il Chievo subì un colpo e nel girone di ritorno si allontanò dalle prime posizioni, perdendo contro il Bologna e la Juventus e ottenendo parecchi pareggi.
La squadra fu anche influenzata a livello psicologico dalla morte di Jason Mayélé, in onore del quale fu ritirata la maglia numero 30. In segno di lutto, la partita con il Parma del 3 marzo 2002 (il giorno successivo all'incidente mortale del calciatore) fu rinviata e si concluse con un pareggio 0-0.
Alla fine di marzo, grazie a una vittoria per 2-1 nel derby, il Chievo riuscì a tornare alla vittoria dopo quasi due mesi, rimettendosi in gioco per una possibile sorprendente qualificazione in Champions League.
Il 21 aprile fermò l'Inter, che stava marciando verso lo scudetto, con un pareggio 2-2, facendole perdere punti cruciali. Nell'ultima giornata, i veronesi mancarono il quarto posto per un solo punto, che invece andò al Milan, qualificandosi per i preliminari della UEFA Champions League. Nonostante tutto, riuscirono a ottenere il quinto posto che garantì loro una qualificazione per la Coppa UEFA.
Capocannonieri del campionato furono Dario Hubner e David Trezeguet. E se sul francese sappiamo tutto, vale la pena ricordare il tragitto dell'attaccante allora al Piacenza. Che nella stagione 2000-2001, al Brescia, fa coppia d'attacco con Roberto Baggio sebbene l'allenatore Carlo Mazzone spesso gli preferisca il centravanti albanese Igli Tare, arrivato nel mercato di gennaio. Conclude la stagione con 17 reti, contribuendo a far qualificare il Brescia per la Coppa Intertoto. E poi va via: al Piacenza, appena promosso.
L'acquisto avviene per una cifra di circa 6 miliardi di lire. Nella stagione 2001-2002, svolge un ruolo decisivo nella salvezza del club emiliano, realizzando 24 reti, il suo record personale. A 35 anni, diventa il giocatore più anziano capace di vincere la classifica marcatori nella massima serie italiana, un primato che sarà superato nel 2015 dai 38 anni di Luca Toni.
A seguito di questo straordinario risultato, nel maggio 2002 viene temporaneamente aggregato alla rosa del Milan per la tournée americana. Tuttavia, durante le sue tre apparizioni con la maglia rossonera, non riesce a segnare alcun gol. Nella stagione successiva al Piacenza, realizza 14 reti, diventando il miglior marcatore nella storia del club in Serie A, con un totale di 38 gol.