Serie A 86/87

Calcio

Serie A 86/87: la prima volta del Napoli, firmata Maradona

Fu un anno di prime volte, quel 1986. L'anno dell'acquisto di Berlusconi e della stagione inaugurale al Milan (con la prima cessione di Rossi al Verona); l'anno di Trapattoni all'Inter dopo una decade alla Juventus (che perde Platini). L'anno di Baggio alla Fiorentina. Dell'esplosione vera di Vialli.

E del Napoli, sopra ogni altra cosa. Del Napoli di Maradona.

Partiamo però dalle basi. La Serie A 1986-1987 è stata l'85ª edizione della massima serie, la numero 55 a girone unico.

Dal settembre 1986 al maggio 1987, a fasi alterne è stata una sola, grande squadra a rubare l'occhio: proprio il Napoli, del Diez argentino, l'unico in grado di poter regalare un sogno a un popolo che non aspettava altro.

Il campionato

Ma quali furono le traiettorie di questa stagione?

Il 14 settembre 1986, prima giornata e prima sorpresa: la matricola Empoli sbaraglia tutto e tutti, vincendo contro l'Inter.

La Juventus, subito dietro, tenta la fuga, mentre il Napoli insegue. Il 9 novembre, nel decisivo scontro diretto a Torino tra Juventus e Napoli, gli azzurri vincono 3-1, balzando in testa alla classifica.

La squadra di Bianchi mantiene il primo posto fino alla fine del girone, resistendo anche al tentativo di aggancio dell'Inter, che alla quattordicesima giornata aveva temporaneamente pareggiato i conti in classifica con il Napoli, per poi perdere contro il Verona a inizio gennaio del 1987.

Il girone di ritorno vede ancora il Napoli iniziare positivamente, staccare le inseguitrici, tra queste anche le rimonte tentate da Roma e Milan.

Tuttavia, ad aprile, gli azzurri incappano in una serie negativa che permette all'Inter di avvicinarsi. Fino alle ultime giornate, il distacco tra Napoli e Inter resta di soli due punti.

Il 3 maggio, l'Inter cade ad Ascoli, e al Napoli basta un pareggio contro la Fiorentina il 10 maggio per assicurarsi lo scudetto, che viene ufficializzato il 17 maggio al San Paolo. Quella partita segnò anche il primo gol in Serie A di Roberto Baggio.

Il capocannoniere del campionato fu Virdis del Milan con 17 gol. La Juventus si piazzò al terzo posto, e Michel Platini annunciò il ritiro dal calcio giocato a soli trentadue anni.

Nelle posizioni di accesso alle coppe europee, la Roma perse il quinto posto a favore della Sampdoria di Vialli. Grazie agli spareggi introdotti quella stagione, il Milan ebbe la meglio sulla Sampdoria e si qualificò alle coppe europee insieme a Juventus, Inter e Torino.

Il Verona di Bagnoli raggiunse l'Europa classificandosi quarto.

Il capocannoniere: Virdis

Baffo, sardo, implacabile bomber.

Pietro Paolo Virdis è stato il gran bomber del Milan e di una rivoluzione fino ad allora accentuata, poi esplicitata dai colpi degli olandesi e di Van Basten su tutti (che sarebbe arrivato nell'estate successiva). Fu lui a vincere il titolo di capocannoniere, staccando Luca Vialli di ben 5 reti.

Nel 1984, Virdis passò al Milan di Nils Liedholm e nella sua esperienza con il club rossonero si è sempre imposto come titolare, dimostrando il suo talento e realizzando complessivamente 8 gol nelle tre edizioni della Coppa UEFA a cui partecipò.

Questa performance lo rese il miglior marcatore del Milan nella competizione per quasi trent'anni, fino a quando André Silva eguagliò il suo record, seguito poi da Patrick Cutrone nel 2018.

Nella Serie A 1986-1987, Virdis fu protagonista di una stagione straordinaria e riuscì a conquistare il titolo di capocannoniere con 17 gol. La sua capacità di segnare fu fondamentale per il Milan, che ottenne un risultato importante in quel campionato, funzionale anche al cambio di rotta che il presidente Berlusconi aveva chiesto a chiare lettere.

E infatti, nella stagione successiva, il Milan si rinforzò ulteriormente con gli arrivi di grandi giocatori come Carlo Ancelotti, Ruud Gullit e Marco van Basten. Con questa formidabile squadra, guidata dall'allenatore Arrigo Sacchi, il Milan riuscì a vincere un altro scudetto, confermando il proprio dominio nel calcio italiano.

La sorpresa: l'Avellino

Nel campionato 1986-1987, l'Avellino, guidato dall'allenatore Luís Vinício, ha ottenuto una prestigiosa ottava posizione con 30 punti, segnando il suo record in massima serie e il miglior piazzamento dei dieci anni trascorsi in Serie A.

La differenza? Il brasiliano Dirceu. Che ha regalato momenti di gioia ai tifosi, in particolare con due punizioni vincenti contro la Fiorentina alla prima giornata e una contro il Como alla quinta giornata.

In generale, la squadra irpina aveva mostrato un buon calcio, soprattutto moderno. Alessandro Bertoni e Angelo Alessio sugli esterni correvano come pochi, Paolo Benedetti e Franco Colomba erano centrocampisti di classe. Poi le punte: Sandro Tovalieri e Walter Schachner, che hanno contribuito al rendimento della squadra segnando rispettivamente 6 e 4 gol.

La stagione è stata tranquilla per l'Avellino, con la zona retrocessione costantemente a una distanza sicura.

E un finale di campionato particolarmente positivo, con 7 punti ottenuti nelle ultime 4 giornate, che hanno permesso di raggiungere quota 30 punti e l'ottavo posto in classifica.

La squadra si è trovata a sole 5 lunghezze dal Milan, qualificato per la Coppa UEFA.