serie a 87/88

Calcio

Serie A 87/88: l'anno in cui inizia il Milan di Sacchi

La stagione 1987-1988 della Serie A rappresentò un'ultima, nostalgica volta: la 86ª edizione della massima competizione calcistica italiana contrassegnò infatti un momento significativo nel panorama del calcio: a trionfare, dopo anni di patemi, fu il Milan della gestione Berlusconi. Fu il primo per il Cavaliere. L'undicesimo nella storia rossonera.

Questo campionato segnò anche una tappa importante nella storia della Serie A, poiché sarebbe stato l'ultimo a svolgersi con 16 squadre prima dell'adozione di un formato a 18 squadre dalla stagione successiva (1988-1989).

Le retrocessioni furono pertanto limitate a due team, proprio in vista di questo cambiamento. Tuttavia, l'estate portò una nuova ombra sul campo: l'Empoli si trovò coinvolto in uno scandalo legato a partite truccate. Salito in Serie A l'anno precedente beneficiando delle condanne di altre squadre coinvolte in scandali simili, il club toscano subì una penalizzazione di cinque punti a causa delle sue connessioni con queste attività illecite.

Il campionato: vince il Milan

La competizione vera e propria vide il Milan emergere come protagonista dopo un periodo di declino. Nonostante le prospettive favorevoli al Napoli di Maradona (che aveva aggiunto anche Careca) per la conquista del secondo scudetto, i rossoneri diressero una rimonta che stroncò le ambizioni degli azzurri, forse appagati da un trionfo festeggiato in lungo e in largo.

Con la guida dell'allenatore esordiente in Serie A, Arrigo Sacchi, il Milan superò in fretta la perdita di van Basten all'inizio del torneo e si basò su una solida difesa a zona che incassò appena 14 gol in 30 partite.

L'inizio del campionato vide il Napoli dominare con cinque vittorie consecutive, ma la Sampdoria tentò di inseguire senza riuscire a contrastare seriamente il vantaggio del Napoli.

Un gol di Maradona nella partita contro la Sampdoria pose fine alle speranze di rimonta del club genovese. Il Napoli mantenne il primato e accumulò un vantaggio di cinque punti sul Milan a metà febbraio.

Ecco: non fu tutto rose e fiori per il Milan. La squadra ebbe infatti un periodo difficile iniziale a causa di incidenti negli stadi che portarono a decisioni disciplinari.

Comunque, in seguito, il club milanese sfruttò il calo fisico del Napoli e ottenne tre vittorie cruciali che ne decisero il destino: il Milan vinse contro la Roma, il derby contro l'Inter e sconfisse il Napoli in uno scontro diretto con una doppietta di Virdis e un gol di Van Basten. Apoteosi.

Il declino del Napoli fu aggravato da divisioni all'interno dello spogliatoio, portando i campioni in carica a subire una serie di sconfitte nelle ultime giornate.

L'ultimo turno vide il Milan ottenere un pareggio contro il Como, sufficiente per conquistare lo scudetto dopo nove anni. Dato l'allargamento a 18 squadre per la stagione successiva, le retrocessioni erano state dunque limitate a due squadre.

L'Empoli, nonostante la lotta, venne penalizzato e retrocesso. Allo stesso tempo, il Pisa riuscì a salvarsi all'ultimo momento a spese dell'Avellino, che tornò in Serie B dopo dieci anni.

Le neopromosse Cesena e Pescara ottennero la salvezza, mentre la Juventus sconfisse il Torino ai rigori in uno spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA.

Il capocannoniere: Maradona

Quindici reti, con quattro rigori all'attivo.

Per un genio come Diego Armando Maradona, e con Napoli ai suoi piedi, possono sembrare anche numeri normali. Eppure, nella Serie A più dura di sempre, questa stagione fu un autentico miracolo per el Diego.

Perché? Il Dieci arrivava dalla vittoria del Mondiale, dal primo scudetto azzurro, da una serie di fortune conquistate sul campo. E soprattutto dall'inizio di una nuova era. Napoli piangeva per aver perso lo scudetto contro un Milan non ancora imbattibile.

Eppure avrebbe potuto gioire: era nato il tridente delle meraviglie. MaGiCa. Con l'aggiunta di Careca - secondo nella classifica dei bomber, quota 13 -, l'attacco azzurro era diventato strepitoso.

Giordano si era "fermato" a 8 marcature. Il resto del campionato, Maradona, l'ha visto sempre a distanza di sicurezza: Virdis si fermò a 11, come Giannini della Roma. Vialli, Samp, ai 10 gol. Mentre Gullit (Milan), Altobelli (Inter), Polster (Torino) e Schachner (Avellino) a quota 9.

La sorpresa: la Sampdoria diventa grande

Il passaggio definitivo, in questa stagione, viene compiuto.

La stagione 1987-1988 è stata un'importante tappa per la Sampdoria, caratterizzata dal trionfo nella Coppa Italia e da un buon piazzamento in campionato.

La squadra guidata dal tecnico Vujadin Boskov conquistò nello stesso anno il secondo titolo, superando il Torino in finale. In campionato, la Sampdoria ottenne invece la quarta posizione, eguagliando i precedenti migliori piazzamenti ottenuti nelle stagioni 1960-1961 e 1984-1985.

Sotto la guida di Boskov, la squadra blucerchiata aveva concluso il girone di andata al terzo posto con 20 punti, dimostrando forma e contenuti. Il girone di ritorno fu però più altalenante, per un totale di 17 punti.

Ma il seme era germogliato: stava per nascere una delle migliori squadre degli ultimi quarant'anni. Il miglior marcatore stagionale per la Sampdoria fu Gianluca Vialli, autore di 13 reti.