La grande Samp. Il flop Juve. E quello del Napoli. Il Milan che non tiene il ritmo, il Genoa che non resta a guardare. Ricordi, profondi, quelli della Serie A 1990-1991: l'edizione numero 89 del campionato italiano, ha riservato sorprese uniche. Perfetta continuazione dei Mondiali, disputati qualche settimana prima della data d'avvio, 9 settembre 1990.
In questa stagione, seguendo le modifiche al regolamento per promuovere un gioco più offensivo e spettacolare, venne intanto introdotta una nuova regola: un giocatore che commette un fallo da "ultimo uomo", impedendo chiaramente un gol, avrebbe ricevuto un cartellino rosso diretto.
Inoltre, dopo 65 anni, venne abolita la regola del fuorigioco in linea, quindi un giocatore in linea con il penultimo avversario non sarebbe più stato considerato in posizione di fuorigioco.
Pronti per la parte succosa? Ecco, partiamo.
Il campionato prende dunque il via il 9 settembre, due mesi dopo la conclusione del Campionato del Mondo.
Il Parma di Nevio Scala, nuova entrata proveniente dalla Via Emilia, fa il suo debutto in Serie A e si piazza subito insieme ad altre squadre che ambivano al titolo: il Napoli campione in carica, ma che presto viene escluso dalla lotta per il titolo, le milanesi, una Juventus rinnovata e l'outsider Sampdoria.
Il Milan di Arrigo Sacchi prende il comando con una serie di vittorie all'inizio della stagione e mantiene la leadership fino alla fine di ottobre. La Sampdoria gli scippa il primo posto come solo le grandi: comando preso dopo aver battuto il Milan.
In curva, però, ecco l'Inter: è prima, in solitaria, mentre la Sampdoria e il Milan rinviano le rispettive partite a causa del maltempo e della partecipazione della Coppa Intercontinentale. Però... però c'è il girone di ritorno.
E nel girone di ritorno la lotta per il titolo si fa più serrata, concentrata su Inter, Milan e Sampdoria.
Gli scontri diretti favoriscono la Samp, che nel frattempo ha ottenuto importanti vittorie contro Juventus e Milan, consolidando la propria posizione in testa alla classifica. Posizione che mantiene.
Anzi: sublima. Il 19 maggio 1991, la Sampdoria è matematicamente incoronata campione d'Italia dopo una vittoria per 3-0 contro il Lecce.
Arriva così il primo titolo di campione d'Italia nella storia del club. E la squadra di Vujadin Boskov dimostra una grande coesione sia dentro che fuori dal campo, con Gianluca Vialli come capocannoniere. Questo successo premia il lungo e paziente lavoro del presidente Paolo Mantovani.
Ah, non solo Doria: in questa stagione, il calcio genovese ha vissuto un momento di grande successo. Il Genoa di Osvaldo Bagnoli, infatti, si posiziona al quarto posto.
La Juventus e il Napoli deludono, mentre Torino e Parma cambiano marcia. In fondo alla classifica, Cesena e Bologna vengono retrocesse, mentre il Cagliari riesce a salvarsi.
Prima di raccontare i 19 gol, tutti decisivi per lo scudetto, facciamo un passo indietro.
Nel corso dei mesi precedenti, Gianluca Vialli si era ormai guadagnato lo status di idolo della squadra blucerchiata. Nonostante le speculazioni che lo davano per certo al Milan di Arrigo Sacchi e al patron Silvio Berlusconi, Vialli aveva sorprendentemente rifiutato il possibile trasferimento. Questo gesto aveva catturato l'attenzione di molti: insieme ad altri veterani dello spogliatoio, Vialli aveva stretto un "patto di ferro" che li impegnava a rimanere a Genova fino a quando non avessero portato lo scudetto in città.
Finalmente, nella stagione 1990-1991, il sogno si è avverato e la Sampdoria ha conquistato il titolo, il primo e finora unico nella sua storia.
Il contributo di Vialli in zona gol è stato determinante per il successo finale: il numero nove blucerchiato ha chiuso la stagione come capocannoniere del campionato, all'attivo 19 gol.
Nella stagione 1990-1991, alla guida del Genoa c'era Osvaldo Bagnoli, che aveva preso il posto di Franco Scoglio, passato ad allenare il Bologna.
Prima di arrivare al Genoa, Bagnoli aveva già ottenuto due promozioni in Serie A con Cesena e Verona, oltre a vincere lo Scudetto nel 1985 proprio sulla panchina degli scaligeri.
Con l'aggiunta del nuovo centravanti cecoslovacco Tomas Skuhravy, autore di 15 gol in campionato, il Genoa si è rivelato alla fine un outsider, chiudendo al quarto posto con 40 punti.
Questo è stato il miglior piazzamento del Genoa dal secondo dopoguerra e ha permesso alla squadra di qualificarsi per la Coppa UEFA.
Il quarto posto del Genoa ha contribuito all'ascesa del calcio cittadino in quell'annata, visto lo scudetto della Sampdoria.
Anche in termini di marcature, è stato un anno positivo per il Genoa, con il contributo dell'uruguaiano Pato Aguilera.
Dopo aver segnato 8 gol nella stagione precedente, Aguilera ha raddoppiato il suo bottino nella stagione 1990-1991, segnando un gol in Coppa Italia e 15 in campionato.