L'addio di Maradona, nonostante la speranza finale del Napoli. La prima Atalanta di Marcello Lippi, che arrivò ottava e consacrò uno degli allenatori più vincenti di sempre. La Juve di Baggio che spese 40 miliardi - record dell'epoca - per portare a Torino Luca Vialli.
Che campionato, quello del 1992-1993. A vincerlo, l'imbattibile Milan. Con Lentini e Papin. Con Massaro per Van Basten (fermo a 15 presenze) e del Pallone d'Oro Savicevic. Il Genio.
Non fu tutte rose e fiori, ma ci fu tanta bellezza. Ad alimentarla, il sogno dell'Inter - che arrivò a 4 punti dai rossoneri, lotta serrata fino all'ultimo - e quello del Parma, diventato grande. Grandissimo.
Il campionato di Serie A 1992-1993 rivela un'interessante trama.
Di dominio e sorprese. Fin dalle prime giornate, il Milan si pone come netto favorito, spiccando il volo già dalla seconda partita.
A fioccare sono però gli insospettabili: il neopromosso Pescara di Giovanni Galeone desta curiosità, la stessa Atalanta di Lippi è intrigante. In generale, con la rivoluzione di Sacchi, il torneo segna un cambio di rotta, con il classico catenaccio che lascia spazio a un gioco più offensivo e spettacolare.
Le difese a zona non sempre risultano impeccabili, come dimostrato dalle 48 reti segnate il 4 ottobre, che infrangono un record che teneva dal 1930.
Il Torino di Emiliano Mondonico tenta di inseguire il Milan, ma è il Milan a conservare un vantaggio di 8 punti sulla concorrenza già alla tredicesima giornata.
E se l'Atalanta sorprende per la sua posizione in classifica, al contrario Napoli e Roma non rispondono alle aspettative.
Gli azzurri scivolano al terzultimo posto e il tecnico Ranieri cede il posto a Bianchi. Anche la Roma vive un momento difficile, ma Boskov resta in panchina.
Il Milan domina il girone di andata, conquistando 31 punti su 34 disponibili e stabilendo un nuovo record rispetto ai 29 punti dell'anno precedente.
La loro superiorità nel torneo è evidente, tanto che il 7 marzo allontanano la Fiorentina e allungano a +11 sull'Inter.
Tuttavia, nelle ultime dieci giornate, i rossoneri accusano un calo di rendimento, complici gli impegni in Champions League e gli infortuni di Van Basten. La loro imbattibilità viene infranta il 14 marzo e il Parma sconfigge il Milan una settimana dopo.
L'Inter spera di avvicinarsi ulteriormente, ma non riesce a ridurre il divario. Il pareggio tra Milan e Brescia nella penultima giornata sancisce la conquista del 13° scudetto per i rossoneri.
L'Inter si piazza al secondo posto, guadagnando la qualificazione in Coppa UEFA. Il Parma chiude terzo. Il torneo vede un aumento dei gol totali, passando da 695 a 858 rispetto alla stagione precedente.
Nella zona retrocessione, Roma e Napoli si salvano anzitempo, mentre il Genoa si mette al sicuro solo nelle ultime giornate.
La Fiorentina subisce un crollo incredibile, retrocedendo inaspettatamente in Serie B. Il Foggia si salva nuovamente, mentre - oltre alla Viola - Ancona e Pescara subiscono la retrocessione.
Beppe Signori si riafferma come un autentico maestro del gol, guadagnandosi il titolo di capocannoniere con 26 reti, nella sua prima stagione con la Lazio dopo l'esperienza al Foggia.
In questa stagione, molte squadre puntano sui talenti del celebre "Foggia dei miracoli", che aveva lasciato un'impronta indelebile nella stagione precedente: Rambaudi e Codispoti passano all'Atalanta, Matrecano al Parma, Baiano alla Fiorentina (che si aggiudica anche il tedesco Effenberg e il danese Brian Laudrup), Signori si unisce alla Lazio, mentre Shalimov si unisce all'Inter.
In tutto il campionato, sono stati segnati 858 gol da ben 199 giocatori diversi, attestando una media di 2,80 gol a partita. Signori è stato il più continuo di tutti.
Una vera e propria icona, al decimo posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre nella Serie A, grazie alle sue 188 reti.
Il titolo di capocannoniere fu il primo dei tre conquistati con la maglia della Lazio nelle stagioni 1992-93, 1993-94 e 1995-96 (in condivisione con Igor Protti).
Non solo, ha vinto anche due volte la classifica dei cannonieri di Coppa Italia, nelle edizioni 1992-1993 e 1997-1998.
Ed è stato uno dei soli cinque calciatori ad aver vinto la classifica marcatori sia in campionato che in Coppa Italia nella stessa stagione, proprio nel 1992-1993.
Non è una stagione come le altre, per i sardi. Nel 1992-1993, il Cagliari viene acquisito da una cordata composta da Corrado Ferlaino con una quota del 50% e le rimanenti agli altri soci Franco Ambrosio e Massimo Cellino, divenuto presidente.
Questa operazione venne messa in atto per evitare la cessione dell'attaccante uruguaiano del club sardo, Daniel Fonseca, alla Juventus, che in quell'anno passò appunto al Napoli.
Il Cagliari, allenato da Carlo Mazzone e con Luís Oliveira in attacco, si posiziona sesto in campionato con 37 punti e si qualifica per la Coppa UEFA. E' solo l'inizio di una grande storia: l'anno successivo, il club raggiunge le semifinali della competizione europea, affrontando l'Inter.