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Calcio

La storia delle polemiche arbitrali tra Juve e Inter

Il cosiddetto Derby d'Italia non è chiamato così solo per il blasone e la storia delle due squadre, ma anche per l'astio che divide le due realtà.

È un'antipatia che ha origini profonde, ormai praticamente dimenticate nel tempo, ma che viene rinfocolata ad ogni occasione, in partite sempre tese e nervose che portano con sé inevitabilmente tante polemiche arbitrali.

Non esiste, e non esisterà mai una partita tra Juve e Inter serena e giocata senza tensione. Negli ultimi anni abbiamo visto una lunghissima sequela di polemiche arbitrali più o meno gravi che hanno immancabilmente scaldato gli animi delle due tifoserie.Ecco qui, in ordine sparso, alcune delle più clamorose polemiche che hanno coinvolto Inter e Juve nella loro secolare rivalità.

Il rigore su Cuadrado

Nel penultimo turno del campionato 2020/2021, con l'Inter già campione d'Italia, un rigore a dir poco dubbio fischiato per un presunto fallo di Perisic su Cuadrado nel finale che ha permesso alla Juve di vincere 3-2 ha fatto esplodere le polemiche, in una partita in cui già il pareggio su autogol di Chiellini poco prima era apparso poco regolare al pubblico juventino per un presunto fallo di Lukaku sul difensore bianconero, giudicato però regolare anche dopo revisione al VAR.

Ai più quella di Cuadrado è apparsa come una netta simulazione, e nonostante il titolo già vinto dai nerazzurri, l'episodio si è rivelato fondamentale per la qualificazione in Champions League della Juventus.

La mancata espulsione di Pjanic

Altro episodio decisamente controverso è quello del 2018, con la Juventus reduce dalla sconfitta contro il Napoli che puntava al sorpasso in vetta, e l'Inter che aveva l'occasione di far perdere il titolo agli odiati rivali nel match di San Siro

Al 18°, con i bianconeri in vantaggio per 0-1, viene espulso Vecino per i nerazzurri, i quali però con grande caparbietà riescono comunque a portarsi sul 2-1. L'arbitro Orsato però grazia inspiegabilmente lo juventino Pjanic, già ammonito e autore di un chiarissimo fallo da giallo su Rafinha che avrebbe ristabilito la parità numerica.

Con ancora l'uomo in più la Juve riesce quindi a ribaltare la partita negli ultimi minuti, vincendo 2-3 e prendendosi un vantaggio, soprattutto psicologico, sul Napoli che il giorno dopo verrà travolto dalla Fiorentina e abbandonerà così ogni speranza di rimonta.

La prima sconfitta della Juventus allo Stadium nonostante l'arbitraggio

Non sempre però le polemiche arbitrali hanno accompagnato risultati contestati. Nel 2012 l'Inter di Stramaccioni è la prima squadra a vincere nell'ancora recentissimo Juventus Stadium, con un netto 1-3 in rimonta firmato da Milito e Palacio.

Il risultato rende ininfluente il disastroso arbitraggio di Tagliavento e del guardalinee Preti, che prima convalidano il gol di Vidal nato da un fuorigioco nettissimo di Asamoah (e in seguito non vengono segnalate altre posizioni irregolari) mentre a Palacio viene (giustamente) annullato il gol del pareggio, e quindi non sanzionano con il cartellino rosso un chiaro intervento da ammonizione di Lichtsteiner già ammonito.

Il gol di Camoranesi al ritorno in Serie A

Nel 2007-2008 la Juventus torna in Serie A dopo la retrocessione a causa di Calciopoli e affronta l'Inter scudettata a San Siro, in una gara che infiamma gli animi di tutta Italia. I bianconeri sbancano il Meazza per 1-2, ma la rete decisiva firmata da Camoranesi è siglata in netta posizione di fuorigioco e riattizza un astio che si era sopito solo momentaneamente.

Il gol annullato a Trezeguet in Supercoppa

Nell'estate 2005 l'Inter, detentrice della Coppa Italia, affronta la Juventus che aveva vinto uno scudetto che sarà poi revocato, nella finale di Supercoppa Italiana.

Sono i nerazzurri ad alzare il trofeo grazie ad un gol di Veron ai supplementari, ma nei tempi regolamentari la Juventus si era vista annullare un gol regolarissimo di Trezeguet per un fuorigioco inesistente.

Il non-gol di Toldo in mischia

Nel 2002 la Juventus gioca a San Siro e passa in vantaggio all'87° grazie ad un rigore trasformato da Del Piero. L'assalto finale nerazzurro non porta risultati fino all'ultimo corner al 95°, quando si porta nell'area avversaria anche il portiere nerazzurro Toldo. Sulla battuta è proprio il portiere a sbucare in mezzo alla mischia e a toccare il pallone indirizzandolo in rete.

In realtà i replay evidenzieranno come l'ultimo tocco nella mischia è di Bobo Vieri, il quale però è anche protagonista di una spinta su Buffon che ha impedito al portiere bianconero di intervenire sul tocco del compagno. Mentre i nerazzurri festeggiano l'inaspettato goleador (anche se poi il gol gli verrà tolto), i bianconeri protestano vivacemente con l'arbitro Collina.

Il contatto Iuliano-Ronaldo

Un episodio che ha segnato un'epoca, entrato nell'immaginario collettivo di una generazione intera come il simbolo della rivalità tra Juve e Inter.

Il campionato è quello del 1997-1998, il presidente dell'Inter è Massimo Moratti, che per rinverdire i fasti della Grande Inter di suo padre Angelo ha deciso di investire sulla squadra e portare a Milano il miglior giocatore del mondo, Ronaldo. Alla guida dei nerazzurri Gigi Simoni, allenatore e gentiluomo dall'aria mite e pacata.

La Juventus, diretta dalla Triade Moggi, Giraudo e Bettega, è allenata da Marcello Lippi, reduce dalla vittoria in Champions League dell'anno precedente e trascinata dalla coppia gol Del Piero-Inzaghi, ma anche da una serie di episodi arbitrali favorevoli che stanno già facendo discutere il paese.

È il 27 aprile 1998 e lo scontro diretto che si gioca al Delle Alpi di Torino è lo snodo principale dello Scudetto.

Con la Juventus in vantaggio accade il fattaccio: Ronaldo entra in area e viene contrastato da Iuliano che gli si materializza davanti senza intervenire sul pallone. Ai più appare come un chiaro fallo da rigore, ma non per l'arbitro Ceccarini che lascia proseguire e sul ribaltamento di fronte fischia invece un rigore a favore della Juventus (che verrà parato da Pagliuca).

È il finimondo: il normalmente pacato e signorile Gigi Simoni deve essere trattenuto a forza dall'entrare in campo, l'indignazione nel Paese sale al punto che si producono interpellanze parlamentari sull'accaduto e l'onda mediatica produrrà una vera e propria crisi istituzionale in Federcalcio.

La Juve vincerà quello scudetto, mentre l'Inter entrerà in una crisi psicologica che durerà anni, fino a quando Calciopoli non condannerà la Juve alla retrocessione per i misfatti compiuti da Moggi e soci, revocando gli ultimi due titoli bianconeri e lasciando un grande punto interrogativo su quelli precedenti...

Il 9-1 bianconero tra Boniperti e Mazzola

La rivalità tra Juve e Inter risale ai tempi remoti dei primi campionati di calcio, ma uno degli episodi più noti è quello del 1961. Inter e Juventus si giocano lo scudetto: i nerazzurri sono stati affidati ad Helenio Herrera e sono l'embrione di quella che diventerà la Grande Inter, mentre la Juventus è la corazzata che schiera fuoriclasse come Sivori, Charles e Boniperti.

Il 16 aprile 1961 l'Inter arriva a Torino a 4 punti di distanza dalla Juve, nel match che può decidere la stagione.

Lo stadio Comunale è tanto pieno che la gente straborda dagli spalti, sistemandosi sulla pista di atletica e finanche ai bordi del campo (si narra di un paio di tifosi seduti addirittura sulla panchina di Herrera).

L'arbitro Gambarotta decide che non è possibile proseguire la partita in quelle condizioni e sospende il match al 31°. Il regolamento assegna quindi la vittoria a tavolino all'Inter, che quindi torna pienamente in corsa per il titolo. Il successivo 3 giugno, alla vigilia della giornata decisiva però la Caf accoglie il reclamo dei bianconeri, decidendo che la partita deve essere rigiocata. Fioccano le polemiche, soprattutto per il fatto che Umberto Agnelli ricopre sia il ruolo di presidente della Juventus che della Federcalcio.

L'Inter, appresa la notizia, perde la concentrazione e con essa il match di Catania, con un giovane Sandro Ciotti che annuncia alla radio il 2-0 dei siciliani con la storica esclamazione "Clamoroso al Cibali!" e l'inno della Juventus che riecheggia nello stadio siciliano alla fine della partita.

Dal momento che il pareggio della Juventus contro il Bari rese quindi di fatto inutile il recupero della partita contro i bianconeri ormai matematicamente campioni, Angelo Moratti decise di mandare a Torino i ragazzi della Primavera in segno di protesta.

La partita si chiuse con un clamoroso 9-1 per la Juve, con ben 6 gol di un Omar Sivori destinato a vincere il Pallone d'Oro, e fu anche l'incrocio tra due grandissimi campioni del calcio italiano e bandiere delle rispettive squadre: Giampiero Boniperti, che alla fine di quel match appese le scarpe al chiodo, e Sandro Mazzola, che esordì in prima squadra proprio in quell'occasione, arrivando direttamente da Milano per la partita dato che la mattina doveva sostenere gli esami per il diploma di ragioniere, e che segnò il gol della bandiera nerazzurro su rigore.