Calcio

Il leggendario (mezzo) campionato del Venezia di Recoba

Alvaro Recoba è rimasto a Venezia sei mesi, forse anche meno, ma sono stati utili per lasciare un segno indelebile nella storia del club lagunare.

Pochissimi giocatori arrivati nel mercato di gennaio infatti hanno influito tanto su una stagione come "El Chino", scaricato dall'Inter e diventato fondamentale con la maglia arancioneroverde.

E se chiedete chi sia stato il calciatore più forte mai visto a Venezia, molti risponderanno che sì, è stato proprio Recoba, l'uomo giusto al posto giusto.

Recoba, l'ultima delle riserve

Inter e Venezia, stagione 1998-99, due squadre costruite male in estate.

Male o comunque in maniera contraddittoria, perché i nerazzurri dopo aver confermato forse controvoglia Gigi Simoni come allenatore si ritrovano con un attacco strapieno di prime donne: Ronaldo, Djorkaeff e Zamorano c'erano già, arrivano i giovani Ventola e Pirlo, ma il colpaccio si chiama Roberto Baggio, reduce da un'annata formidabile con il Bologna.

Sei punte e mezzepunte, più Recoba, questo uruguaiano per cui impazzisce il presidente Moratti ma che è ancora un oggetto abbastanza misterioso, a parte la specialità della casa rappresentata dai calci di punizione, come i due che avevano abbattuto il Brescia all'esordio nel precedente campionato.

Simoni è già tanto se fa giocare due attaccanti, con Moriero intoccabile all'ala destra: figuriamoci se si azzarda a sbilanciarsi con qualcun altro. Gli infortuni gli accorciano le rotazioni, ma quello che non gioca veramente mai è uno solo ed è Recoba, che mette assieme pochissimi minuti nella prima parte di stagione, anche quando Simoni salta e al suo posto viene chiamato Lucescu.

Nel mercato invernale però è deciso che "El Chino" cambierà aria. Si sposta a Venezia, dove la squadra di Walter Novellino annaspa in ultima posizione alla fine dell'anno solare 1998.

La rosa che ha conquistato la A non è attrezzata per la massima categoria e bisogna rifare quasi tutto da capo: peggior attacco, 14 gol appena, e difesa-colabrodo sono le basi da cui ripartire per migliorare a 360 gradi.

Via dunque Schwoch in direzione Napoli e dentro in attacco (in prestito naturalmente) Recoba, forse più adatto per giocare assieme al totem, il centravanti Pippo Maniero. Basta questo colpo al Venezia per svoltare in maniera clamorosa.

La tripletta alla Fiorentina

Il debutto di Recoba, maglia numero 11, con la maglia del Venezia è nell'1-1 in casa contro la Juventus. Non ha i 90 minuti nelle gambe naturalmente, resta in campo meno di un'ora, ma la sua presenza si fa sentire.

Una volta recuperata la condizione l'uruguaiano diventa semplicemente incontenibile.

A lui del resto basta poco per rendersi pericoloso, una punizione anche da distanza siderale può diventare un assist per i compagni e in tal senso la connessione con Maniero assume livelli quasi telepatici.

Il gol che Superpippo segna all'Empoli di tacco dando quasi le spalle alla porta nel recupero della 15esima giornata è uno di questi momenti magici: punizione di Recoba e magia del centravanti padovano, a cui adesso basta farsi trovare in area consapevole di poter essere raggiunto dal compagno e dai suoi cross telecomandati.

Al resto ci pensa Recoba direttamente, se non sono assist sono tiri in porta. Tre di questi finiscono in rete nel 4-1 alla Fiorentina, prima e ultima tripletta del Chino in Italia. Magicamente il Venezia esce nel giro di un mese dalla zona-retrocessione, ma non è finita qua.

In 19 partite con Recoba i lagunari mettono assieme la bellezza di 31 punti, una media da zona-Uefa e non da retrocessione. Per l'uruguaiano c'è anche l'occasione di prendersi una rivincita sull'Inter che l'ha scaricato quando al Penzo i nerazzurri vengono annichiliti 3-1 e Alvaro "segna" il raddoppio su punizione anche se il tabellino dice autogol del portiere Frey col pallone che gli sbatte addosso dopo aver colpito il palo.

Raramente si è visto nella storia del campionato italiano un acquisto a gennaio più azzeccato di Alvaro "El Chino" Recoba al Venezia, talento eccezionale ma forse più adatto a questi palcoscenici che non alle grandissime platee.

Sei mesi da dominatore assoluto in laguna, con 10 gol e 10 assist, roba mai vista: e gli arancioneroverdi da ultimi a undicesimi.