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I trionfi italiani nei tornei del Grande Slam

Oggi siamo tutti a sperare e attendere che Jannik Sinner concretizzi le enormi speranze che tutti ripongono in lui, e magari il 2024 potrà davvero essere l'anno del suo primo Slam in carriera.

Ad ogni modo, il primo a "rompere il ghiaccio" era stato Matteo Berrettini, colui che per primo ha fatto improvvisamente sembrare possibile interrompere il digiuno dal 1976, ovvero da quando Adriano Panatta conquistò il terzo e ultimo torneo del Grande Slam per un italiano. Se però si considera anche il singolare femminile, il digiuno è molto più breve.

Ripercorriamo allora insieme tutti i successi italiani in tornei del Grande Slam, tra singolare maschile e singolare femminile.

Nicola Pietrangeli, Roland Garros 1959 (b. Ian Vermaak 3-6 6-3 6-4 6-1)

Erano ancora i tempi antecedenti all'era open, ovvero quelli in cui c'erano spesso due circuiti paralleli, uno riservato ai soli professionisti e uno per i cosiddetti dilettanti. Ad ogni modo, nel 1959 al Roland Garros c'erano praticamente tutti i più forti dell'epoca, dagli australiani Fraser, Emerson e Laver (ancora molto giovane) al cileno Ayala.

Nicola Pietrangeli partiva da testa di serie numero 3, perse subito un set al primo turno contro il messicano Llamas per poi fare percorso netto fino alla finale, che lo vedeva opposto all'olandese Ian Vermaak, testa di serie numero 4 del torneo.

Vermaak vinse 6-3 il primo set, per poi vedere abbastanza di schianto, 6-3, 6-4, 6-1. Fu il primo trionfo di un tennista italiano in un singolare del Grande Slam.

Nicola Pietrangeli, Roland Garros 1960 (b. Luis Ayala 3-6 6-3 6-4 4-6 6-3)

L'anno dopo Pietrangeli bissò, stavolta partendo dalla testa di serie numero 6. Dopo il francese Bresson e l'australiano Mulligan, contro ciascuno dei quali perse un set, il fuoriclasse italiano vinse 3-0 ancora con Llamas e con Pilet agli ottavi.

Ai quarti fu la volta dello spagnolo Andrés Gimeno, testa di serie numero 3 e battuto in 4 set, mentre in semifinale il francese Haillet venne sconfitto in tre set intensi. La finale era in questo caso contro il cileno Ayala, sconfitto 63 al quinto.

Adriano Panatta, Roland Garros 1976 (b. Harold Solomon 6-1 6-4 4-6 7-6)

Per trovare il terzo trionfo italiano in un torneo del Grande Slam bisogna fare un salto in avanti di 16 anni, rimanendo però a Parigi. Siamo nel 1976 e Adriano Panatta parte con la testa di serie numero 8 all'Open di Francia.

Il capellone azzurro fatica tremendamente al primo turno contro il ceco Hutka, sconfitto solo 12-10 al quinto. La ragione di questa sofferenza risiedeva probabilmente nel poco tempo intercorso dal trionfo agli Internazionali d'Italia, da parte di un tennista che non ha mai fatto mistero di amare la vita notturna. Possiamo pertanto solo immaginare come e quanto Panatta avesse festeggiato la vittoria ottenuta al Foro Italico.

Ad ogni modo, dopo Hutka arrivano le vittorie in tre set contro il giapponese Juki e l'altro ceco Hrebec, prima dello jugoslavo Franulovic agli ottavi, che prende un set al nostro ma esce sconfitto.

Il vero capolavoro di Adriano Panatta avviene però ai quarti, dove batte nientemeno che Björn Borg. A dire il vero Panatta era un po' la bestia nera del fenomeno svedese, che al Roland Garros lo aveva già battuto nel 1973 e infatti arrivava a questo match con una situazione di 5-5 negli scontri diretti. In questo caso l'azzurro si era portato in vantaggio, vincendo al quarto set 63 63 26 76 un incontro bellissimo.

Non solo, perché Panatta rimane l'unico giocatore capace di battere Borg sulla terra di Parigi. Lo svedese ha partecipato in totale a 8 edizioni dell'Open di Francia, vincendone 6. Le uniche sconfitte (ottavi 1973 e quarti 1976) sono arrivate proprio da Panatta.

Sconfitto il numero 1, l'Adriano nazionale va poi a prendersi il torneo, battendo due statunitensi: Eddie Dibbs in 3 set in semifinale, mentre in finale gli tocca in sorte Harold Solomon.

Panatta sembra volare nel primo set (61) e di slancio vince anche il secondo (64), ma Solomon è un osso duro e non vuole fare lo sparring partner, riuscendo a prendersi il terzo set per 64. Il quarto set diventa così cruciale, ma Panatta riesce a rimanere sul pezzo ed evitare di farsi trascinare in un pericolosissimo quinto set, trionfando al tie-break.

Francesca Schiavone, Roland Garros 2010 (b. Samantha Stosur 6-4 7-6)

Se quello di Adriano Panatta è l'ultimo trionfo italiano nel singolare maschile di un torneo del Grande Slam, e di cui stiamo ancora in attesa del successore dopo 47 anni, nel frattempo ci siamo ripresi con il singolare femminile.

Nel 2010 Francesca Schiavone ha già 30 anni e non vanta tantissime ambizioni al Roland Garros, pur essendo una giocatrice che si trova benissimo sulla terra battuta. La milanese parte come testa di serie numero 18 del torneo, fatica molto al primo turno contro la russa Kulikova (64 al terzo), quindi respira contro la qualificata australiana Ferguson e la cinese Na Li, sconfitta in due set ma che l'anno seguente trionferà proprio su Schiavone in finale.

Agli ottavi l'azzurra domina l'altra russa Kirilenko, ma è ai quarti che l'impresa inizia a sembrare possibile. Francesca supera 62 63 la danese Wozniacki, terza testa di serie e tra le grandi favorite del torneo. Parallelamente, esce anche Serena Williams, testa di serie numero 1, per mano dell'australiana Stosur, che poi fa fuori anche Jelena Jankovic in semifinale, mentre Schiavone si libera della terza russa finita sulla sua strada, Elena Dementieva.

La finale è pertanto Schiavone-Stosur, un match che nell'edizione precedente era stato un 1° turno, con l'australiana facile vincitrice 64 62. Stavolta però è un'altra musica: l'italiana fiuta l'occasione imperdibile e i suoi colpi profondi e arrotati tolgono iniziativa e certezze a Stosur.

Finisce 6-4 7-6 e Francesca Schiavone è la prima donna italiana a vincere un singolare femminile in una prova del Grande Slam. Come anticipato prima, ci riproverà l'anno seguente, fermandosi però a un passo da una doppietta che sarebbe stata epica e perdendo in finale da Na Li.

Flavia Pennetta, US Open 2015 (b. Roberta Vinci 7-6 6-2)

La quinta e ultima vittoria italiana in un torneo del Grande Slam è anche la più incredibile, per le premesse e per come è maturata. Siamo agli US Open del 2015 e Flavia Pennetta si presenta come testa di serie numero 26.

La superficie è la sua prediletta e nel torneo ha centrato già quattro volte i quarti e due anni prima addirittura la semifinale, sconfitta da Vika Azarenka. A 33 anni, però, nessuno osa pretendere troppo dalla brindisina, nonostante venga da un periodo molto positivo e da una insperata risalita in classifica, dopo qualche anno difficile per via di alcuni infortuni.

Pennetta batte in sequenza Gajdosova, Niculescu, Cetkovska e Stosur, cedendo un paio di set in totale ma raggiungendo i quarti per la sesta volta in carriera nel torneo. Qui c'è però lo scoglio Kvitova. Con la ceca, otto anni più giovane, Flavia è 3-3 nel bilancio ma ci ha perso nelle ultime tre occasioni, e perde anche il primo set.

Poi però l'italiana si rianima e riesce a vincere 64 62 al terzo. Per lei c'è la seconda semifinale US Open in 3 anni, ma anche un ostacolo di nome Simona Halep. Tuttavia, la rumena non si presenta in perfette condizioni mentre Flavia è ormai in trance agonistica: 61 63 ed è finale, ma ancora più incredibile è l'avversaria da affrontare.

Sì, perché dall'altra parte non c'è Serena Williams come tutti si aspetterebbero, ma un'altra italiana: Roberta Vinci. 32 anni e numero 43 al mondo, Vinci aveva raggiunto fino a quell'anno due volte i quarti di finale allo US Open, che erano anche le uniche due volte in carriera in una prova del Grande Slam. Sconfitta Mladenovic, le tocca un'avversaria mostruosa come Serena Williams, testa di serie numero 1 e che ha appena sconfitto la sorella Venus in un quarto abbastanza epico.

Roberta non si lascia intimidire dall'atteggiamento aggressivo, persino borderline, della fuoriclasse americana. L'italiana perde il primo set e qui probabilmente Serena pensa di avere già vinto, ma dall'altra parte c'è una che non molla un centimetro.

Robertina ribatte tutto, prende coraggio e infine vince, incredibilmente. Il risultato finale è 26 64 64. Soprattutto, è la prima finale di sempre tutta italiana, in un torneo del Grande Slam.

Il 12 settembre è una giornata particolare a Flushing Meadows, indimenticabile per noi e anzi quasi irreale.

Il match non è bellissimo come quelli precedenti giocati dalle due campionesse azzurre, ma alla fine vince con merito Flavia Pennetta, 76 62. E non finisce qui, perché alla fine del torneo Pennetta annuncia il ritiro dal tennis giocato.

Dopo un'impresa del genere, a 33 anni, non si poteva che comprenderla. E, magari, versare anche noi qualche lacrimuccia.