Dopo un lungo periodo di infortuni, il 22enne inglese Jack Draper sembra finalmente pronto a raccogliere l'eredità di Andy Murray e restituire al Regno Unito un tennista che fa sognare.
Anche un exploit nel torneo più importante di tutti.
Banalizzando, viene abbastanza naturale definirlo "il Berrettini inglese". Come Matteo è un tennista d'attacco con particolare predilezione per l'erba, come Matteo è belloccio e fa anche il modello, come Matteo è stato letteralmente crocifisso dagli infortuni. Ma ora Jack Draper sembra essere tornato in piena forma, è appena diventato il numero 1 inglese e, a 22 anni, si avvia a essere una delle più temute mine vaganti di Wimbledon.
Nato in una famiglia di tennisti (la madre è stata buona atleta, il padre presidente della federazione inglese dal 2006 al 2013), Jack ha preso in mano la racchetta da tenerissima età e iniziato ad allenarsi a circa 6 anni nel circolo della sua città natale, il Sutton Tennis & Squash club.
La cosa particolare di Draper è che è un mancino a tennis ma destro naturale, cosa questa che lo accomuna a Rafa Nadal e lo aiuta sicuramente nell'esecuzione del rovescio bimane.
Entrato in top 100 per la prima volta esattamente due anni fa, a fine giugno 2022, a differenza di altri suoi coetanei o giù di lì (Sinner, Musetti, Lehecka, Korda etc) ha avuto un numero e una varietà incredibile di infortuni che ne hanno fatalmente rallentato l'ascesa. Dalla schiena alla spalla, dal polso a un problema cronico all'anca che lo ha martoriato l'anno scorso e gli aveva fatto pensare di smettere. "Odio avere la fama di quello che è sempre rotto", aveva confessato alla BBC. Ma il suo calvario era ancora lontano dal concludersi, visto che a Indian Wells 2023 aveva accusato un problema agli addominali che poi è tornato a Montecarlo. L'ultimo tassello di questa incredibile sequela è stato nel febbraio scorso, quando un problema muscolare lo ha costretto al ritiro nel terzo e decisivo set della semifinale di Acapulco, contro Alex de Minaur.
Quello contro l'australiano è stato il TREDICESIMO (13°) ritiro dal 2018 a oggi. Se c'è un dato che rende l'idea della sfortuna che ha perseguitato Jack Draper, è proprio questo.
Da allora, però, le cose hanno iniziato a cambiare. L'arrivo della stagione su erba, accompagnato da una salute che sembra al momento non rappresentare più un problema, era foriero di prospettive interessanti per lui. Infatti è arrivata la vittoria di Stoccarda, in finale su un giocatore dal percorso incredibilmente simile a lui, dal punto di vista degli infortuni.
Il successo tedesco ha fatto suonare un alert in tutti coloro che lo attendono da tempo come un possibile protagonista del tennis sul veloce. Con l'imminente ritiro di Andy Murray e il lento declino di Cameron Norrie, il Regno Unito ripone in lui tantissime speranze, e la vittoria contro Carlos Alcaraz non fa che alimentare ancora di più questo "sogno in erba".
Il match di Jack Draper contro il numero 2 al mondo è stato eccezionale anche perché Alcaraz non ha affatto giocato male, ha offerto alcune delle sue magie ma non sono servite contro un Draper concentratissimo che ha mostrato cosa voglia dire esserci nato, sul "grass".
Jack non ha lasciato nemmeno una palla break a uno dei migliori risponditori del circuito e ha vinto 7-6 6-3 un match in cui ha servito una percentuale di prime inferiore a quella del suo avversario (61% contro 68%). Il dato straordinario di questa performance, però, è la percentuale dei punti vinti sulla propria seconda palla di servizio: il 78%. Come sostengono alcuni esperti, quando la percentuale di punti sulla seconda è così alta, è segno di una salute psicofisica vicina al massimo. Lo speriamo per lui e per il tennis, che potrebbe aver (ri)trovato un nuovo competitor ad altissimi livelli.