Spietate rivali in campo, tanto da cannibalizzare le vittorie di quasi tre lustri di tennis femminile e scontrarsi in ottanta epici incontri di cui addirittura sessanta in finali valide per un titolo.
Diverse come non mai, icone di due mondi opposti che hanno saputo emozionare e coinvolgere tutti. E che sono riuscite persino a coronare questa strepitosa rivalità, con un'amicizia inossidabile, cementata da aspre e comuni difficoltà.
In poche parole, Chris Evert e Martina Navratilova, due delle tenniste migliori di sempre.
Difficile immaginare di vedere due campionesse più diverse tra loro della Evert e della Navratilova. Chris è una ragazzina predestinata, figlia di un tennista e in campo fin da tenerissima età, con doti fuori dal comune che le consentirono di avere la meglio sulla numero uno del mondo (Margaret Court) già a soli quindici anni.
Bella, bionda, affascinante, incarna il perfetto esempio di talento sportivo e vita sociale. Un destro infallibile (soprattutto sulla terra rossa), tra le prime a inserire il rovescio a due mani in campo, con una costanza mentale pazzesca che le ha consentito di essere una delle giocatrici con la media più alta in termini di vittorie a partita (solo 144 sconfitte in 1304 partite).
Protagonista delle scene da numero uno, era però anche un personaggio da copertina fuori dal campo, paradossalmente spesso insieme a personaggi non proprio vicini alla sua immagine di "brava ragazza". Tra i suoi grandi amori figurano infatti nomi del calibro di Jimmy Connors, Burt Reynolds, John Ford (figlio dell'ex Presidente Gerald) e il golfista Greg Norman. Uomini di spessore, che però non ebbero comunque la forza di mettere in secondo piano l'incredibile luce della Evert.
Sull'altro lato del mondo, due anni più tardi nasceva Martina Navratilova. Nata in Cecoslovacchia, si trasferì poi con sua madre dopo il divorzio del genitori nel 1962, chiedendo poi la nazionalità americana non appena raggiunta la maggiore età.
In campo Martina era un mancino di grande potenza, soprattutto quando cominciò a rafforzare ulteriormente i suoi muscoli in palestra, rimanendo comunque sempre altrettanto rapida e resistente.
Altrettanto, il suo coming out del 1981 in cui dichiarava di essere lesbica, ne fece suo malgrado anche un'icona di cambiamento, in un mondo (quello del tennis e quello fuori dal campo) che era lontano anni luce dall'essere pienamente aperto a questo tipo di considerazioni.
Questo aspetto contribuì non poco a mettere ancora più in contrapposizione la tradizionale femminilità della Evert, a quella mascolina della Navratilova. Anche se tutto questo ha riguardato più i media e la società, che non le due atlete sul campo, pronte a darsi battaglia sportiva quasi sempre alla pari.
Malgrado gli infiniti aspetti che le dividevano fuori e dentro il campo, le due campionesse in realtà sono sempre state piuttosto vicine sia in termini di amicizia, sia di reciproche vittorie. In campo del resto, si sono affrontate qualcosa come ottanta volte, di cui ben sessanta in sole finali per qualche titolo.
Prime nel ranking internazionale (in quindici anni hanno lasciato il primo posto solo per qualche settimana), in ogni torneo a cui partecipavano entrambe il tabellone le metteva ovviamente una da una parte, e una dall'altra. E loro battevano quasi sempre tutte le rivali, ritrovandosi poi all'ultimo atto. Dando vita molto spesso a incontri epici.
Per 14 volte si sono trovate ad affrontarsi con in palio un titolo del Grande Slam e, ironia della sorte, alla fine della loro immensa carriera la bacheca era perfettamente alla pari. Certo, la Evert era praticamente imbattibile sulla terra rossa (7 Roland Garros e una striscia di 125 vittorie di fila su questa superficie che ne hanno fatto l'indiscussa regina dal 1973 al 1979), mentre la Navratilova e il suo serve and volley erano devastanti sulle superfici veloci come l'erba (per 9 volte regina di Wimbledon).
La svolta tra le due, si potrebbe probabilmente indicare nella finale di Wimbledon del 1978. Fino a quel momento il bilancio tra le due era nettamente a favore dell'americana, mentre Martina non era ancora mai riuscita a vincere in una finale del Grande Slam contro la Evert.
Il 6-2 per la Evert del primo set, faceva pensare a una strada già vista, ma proprio in quel momento per la cecoslovacca è scattato qualcosa. Partita ribaltata con un 6-4, 7-5 che consegnano il primo torneo del GS alla Navratilova, e totale inversione di tendenza anche nelle sfide con la Evert, che vincerà solo tre finali (del Grande Slam) delle successive 13 giocate contro Martina.
Chris e Martina come detto, furono assolute dominatrici di quel periodo sportivo, e sono proprio i numeri e i titoli a renderlo ancora più palese.