Tennis

US Open 2023: Alcaraz e Nole illuminano il torneo maschile, ma Sinner si può inserire. Tra le donne Gauff chiede strada

La recente spettacolare finale di Cincinnati, vinta da Novak Djokovic su Carlos Alcaraz, mette ancora più attesa sullo US Open 2023. Ma anche il successo di Sinner la settimana prima a Toronto, il primo per il numero 1 azzurro in un Masters 1000, colloca Jannik tra i più attesi del lotto. Tra le donne Iga Swiatek va a caccia delle certezze perdute, ma occhio a Cori Gauff che ha da poco vinto Cincinnati.

US Open maschile: un duo annunciato, che può diventare trio

Se il buongiorno si vede dal mattino, come si dice, dobbiamo aspettarci una delle più belle edizioni dello US Open da diversi anni a questa parte. Il sostanziale ritiro di due terzi dei "Big 3" (Federer ufficialmente, Nadal quasi) aveva lasciato il solo Novak Djokovic a continuare il suo percorso leggendario, fatto ormai solo di ricerca di nuovi record e obiettivi inimmaginabili per i comuni mortali. Il più innominabile di questi si chiama "Grande Slam", sfiorato da Nole nel 2021 con tre vittorie e una finale proprio allo US Open, persa incredibilmente contro Daniil Medvedev.

Da allora sono passati due anni, che sarebbero pochi se passi dai 20 ai 22 o dai 22 ai 24, ma se da 34 passi a 36 anni, mantenersi ad altissimi livelli è impresa sempre più difficoltosa. La sconfitta in finale a Wimbledon contro Carlos Alcaraz era parso ai più come un ideale passaggio di consegne, ma la finale del Masters 1000 di Cincinnati è stata in tal senso come un emendamento presentato dal ministro Djokovic nel parlamento della storia del tennis. Un 57 76 76 da 3 ore e 49 minuti di battaglia ai massimi livelli possibili, sono stati un biglietto da visita eccezionale per quello che ci attende a partire da lunedì 28 agosto.

Al gran ballo di Flushing Meadows, però, è invitato anche Jannik Sinner. L'altoatesino ha da poco vinto il suo primo Masters 1000 in carriera, a Toronto, acquisendo pertanto credenziali ancora più pesanti per l'ultimo Slam dell'anno. Sinner ha usufruito di un tabellone facilitato dalle eliminazioni di rivali come Alcaraz, Medvedev, Fritz e Tiafoe, senza nemmeno nominare Ruud che sembra in crisi nera già da un po'.

Al di là di questo, l'italiano ha vinto con una grande autorevolezza mostrando progressi nella condizione fisica e nel servizio, mentre rimangono amplissimi margini di miglioramento nella qualità delle varianti a un gioco comunque efficacissimo contro quasi tutti. L'obiettivo è eliminare quel "quasi", ma si tratta di un cammino lungo e che necessita quintali di pazienza.

Gli altri papabili

Se fosse la griglia di un GP di Formula 1, lo US Open maschile vedrebbe quest'anno Alcaraz e Djokovic in prima fila, con lo spagnolo in pole per il fatto di essere il campione uscente, e in seconda fila Medvedev e Sinner.

Poi ci sono gli altri, che possono e devono provare a invertire delle gerarchie che, nel tennis professionistico, sono meno rigide di quanto si immagini. Può senz'altro inserirsi Sascha Zverev, o almeno QUESTO Sascha Zverev visto di recente, da Amburgo a Cincinnati, che sembra essersi lasciato alle spalle un infortunio terribile come quello patito alla caviglia un anno e mezzo fa. Da questi problemi non è semplice rientrare agli stessi livelli toccati in precedenza, ma dopo un periodo interlocutorio il tedesco sembra avere pienamente ritrovato mobilità e confidenza.

Un gradino più in giù va collocato Stefanos Tsitsipas, che aveva iniziato il 2023 alla grande con la finale dell'Australian Open, ma da allora è 28-14 (vinte-perse), non proprio un ruolino che si addice a un top 5 o aspirante tale.

Gli inaffidabili

Poi c'è tutta una categoria, in cui per certi versi potrebbero rientrare anche Zverev e Tsitsi, che si può nominare come quella degli "inaffidabili".

Ci rientra a pieno titolo Casper Ruud, fino a qualche mese fa uno degli ultimi nomi a cui avresti pensato riguardo al termine "inaffidabile". Il norvegese attraversa un momento nero, pare avere perso la solidità che lo ha portato a due finali Slam, la prima allo US Open di 12 mesi fa e l'ultima al Roland Garros 2023. Proprio il torneo parigino è di fatto ciò che salva la classifica del nordico, che nel 2023 è 29-17. Si ritroverà, senza dubbio, ma per New York non sembra un nome di quelli da cavalcare.

E che dire di Holger Rune? Il danese è un potenziale fenomeno, ok, ma pare vivere un momento di grande difficoltà. Di fatto non vince una partita dall'ottavo di Wimbledon contro Davidovich-Fokina, ma per lo strano gioco dei punteggi si ritrova con il best ranking in carriera appena raggiunto: il numero 4.

Tra gli inaffidabili vanno inseriti di diritto altri elementi come Taylor Fritz, Frances Tiafoe e Felix Auger-Aliassime. I due americani sono capaci di grandi exploit ma anche di cadute rovinose.

Il canadese è nel peggior momento della carriera, non vince due partite in fila da Indian Wells (primi di marzo) e nell'anno solare è 14-14. Anche lui si rialzerà, ma è difficile lo faccia a Flushing Meadows.

Le suggestioni

Il giocatore-suggestione non può che essere Lorenzo Musetti. Il carrarino migliora a vista d'occhio anche quando perde, ha dei limiti caratteriali e mentali su cui però sta lavorando alacremente, ma è sempre un gran bel vedere.

Lorenzo è ancora in quel momento della carriera in cui ha bisogno di un buon tabellone per coltivare ambizioni allo US Open, nonostante parta come testa di serie numero 18. Il cemento non è ancora casa sua come potrebbe, ma lo diventerà.

Rimaniamo in Italia e, come seconda suggestione, citiamo Matteo Berrettini. Bravo e sfortunato a Wimbledon, Matteo ha dato segnali importanti di ripresa anche se a Cincinnati ha perso subito da Auger-Aliassime. "Berretto" ha bisogno di fiducia, se arriverà può fare un bel torneo e ridare lustro alla sua classifica. Altra possibile suggestione è quella di Andy Murray, ma è difficile vederlo in salute e competitivo per un tempo così lungo a questi livelli.

US Open, il torneo femminile

Iga Swiatek è una strana dominatrice, nell'attuale panorama del tennis femminile. Il suo numero 1 non si discute, ma ha molti passaggi a vuoto. Il fondo regolare garantito dal Laykold in uso allo US Open può aiutarla, e infatti la polacca è campionessa uscente.

Le insidie, però, non mancano. C'è la solita Sabalenka che a Melbourne si è sbloccata e può ulteriormente migliorare il suo difficile rapporto con gli Slam. C'è soprattutto Cori Gauff, che ha tutta la discontinuità dei suoi 19 anni ma è partita col turbo nella stagione "cementizia", vincendo prima Washington e poi Cincinnati.

Se continua a sentire così bene la palla, un posto in semifinale non glielo toglie nessuno, anche perché su Elena Rybakina ci sono preoccupazioni circa l'infortunio che ha patito a Cincinnati. La kazaka dovrebbe comunque esserci, con annesso qualche punto interrogativo.

Per quanto riguarda le altre, merita una citazione Jessica Pegula che però dovrà resistere alla pressione dello Slam di casa, e mostrarsi competitiva fino in fondo a questi livelli. La sua crescita è innegabile e arriverà al torneo come testa di serie numero 3, ma nei tornei del Grande Slam non è mai andata oltre i quarti.

Italia cercasi

L'Italia del tennis femminile, che proprio qui 8 anni fa viveva il momento più importante nella sua storia (finale Pennetta-Vinci), è in cerca di nuovi equilibri. Elisabetta Cocciaretto è la nostra attuale numero 1 e il nome nuovo per il presente e futuro, può ambire alla seconda settimana ma sarebbe ingiusto chiederle di più.

Jasmine Paolini dà quasi sempre tutto in campo ma su questa superficie sembra mancare un po' di potenza, per reclamare attenzioni particolari.

Camila Giorgi è la solita variabile impazzita: se ha voglia di giocare per 10 giorni consecutivi può anche sorprendere, ma il suo tennis sempre con l'acceleratore pigiato è duro da mantenere per un periodo così lungo.

Martina Trevisan non sembra nel suo contesto preferito e nel momento-carriera più adatto, mentre Lucia Bronzetti ha mantenuto finora poco di quel tanto di buono che ha promesso