Tennis

Wimbledon 2024: l'anno zero del nuovo tennis è qui

Il dubbio sulla presenza di Novak Djokovic anima la vigilia di Wimbledon 2024, che comunque vedrà Jannik Sinner e Carlos Alcaraz indossare i galloni dei primi favoriti.

Jannik Sinner vs Carlos Alcaraz anche a Wimbledon 2024?

Lo scorso anno, Jannik Sinner aveva sbattuto contro Novak Djokovic in semifinale, dopo averci perso ai quarti anche l'anno precedente. Nole avrebbe poi perso in finale da un Carlos Alcaraz trasformato dopo un primo set da incubo.

In quell'occasione Jannik, dopo aver perso per il secondo anno di fila da Djokovic ma con punteggio più netto (0-3) rispetto alla volta precedente (in 5 set), aveva svelato di "essersi sentito molto più vicino a lui". Sembrava un alibi o una scusa qualunque, ma era semplicemente la verità.

12 mesi dopo, Sinner arriva a Wimbledon da numero 1 del ranking ATP, con uno Slam già vinto alle spalle e uno status da campionissimo è andato a prendere forma definitiva dall'autunno in avanti.

Carlos Alcaraz invece ha vissuto mesi un po' più difficili, periodo lasciato definitivamente alle spalle dopo il trionfo al Roland Garros del mese scorso, terzo Slam conquistato su tre superfici diverse a soli 21 anni.

La candidatura dei due giovani fenomeni per Wimbledon 2024 è tutta in queste righe, con la ciliegina sulla torta rappresentata per Sinner dal primo trionfo in un torneo su erba, conquistato qualche giorno fa ad Halle.

Nole ci sarà?

E tra i due litiganti, in teoria ci sarebbe anche un terzo che potrebbe goderne. Il problema, semmai, è che questo terzo è sì il giocatore più vincente nella storia del tennis, ma è anche reduce da un intervento per riparare la lesione al menisco, procuratosi al Roland Garros. Parliamo ovviamente di Novak Djokovic, giunto a Londra con dichiarazioni moderatamente ottimistiche ma anche realiste. Nole ha detto che farà di tutto per essere presente, ma anche che non ha intenzione di partecipare per superare un paio di turni: a suo dire, ci sarà solo se si sentirà in grado di arrivare fino in fondo.

Se questo possa o meno succedere, non possiamo saperlo adesso. Di certo, il Novak Djokovic visto nel 2024 è una versione estremamente depotenziata del supercampione che tutti conosciamo. Una versione che sente il peso degli anni, per un giocatore scopertosi improvvisamente fragile anche contro avversari che un tempo avrebbe battuto in ciabatte. Vero è anche che Novak Djokovic è un giocatore che trae linfa dalle condizioni avverse, che si esalta nelle difficoltà più estreme, ma è pur sempre un mortale.

Gli altri possibili protagonisti

Tolti i due fuoriclasse e tolta l'incognita Djokovic, il torneo si presenta comunque aperto a possibili protagonisti - più o meno in parte - inattesi. Una buona parte di questi scenari dipenderà dalla presenza o meno di Nole, poiché in caso il serbo si dovesse presentare e poi uscisse prematuramente, si potrebbero creare buchi di tabellone e semifinali sbilanciate come a Parigi.

Ad ogni modo, fra i top 10 le uniche candidature credibili sembrano quelle di Sascha Zverev e, in misura minore, di Daniil Medvedev e Hubert Hurkacz. Il tedesco ha come miglior risultato a Wimbledon due ottavi di finale, e questo è abbastanza un mistero, per le caratteristiche di Sascha. La finale del Roland Garros ne ha certificato il ritorno ad altissimi livelli due anni dopo essersi sfasciato una caviglia proprio a Parigi, ora tocca a lui dimostrare che anche sull'erba magica di Londra può essere un fattore.

Il russo Medvedev è in un periodo difficile, in cui sembra quasi aver perso un po' la voglia. Ovviamente non sarà così, ma certo la svogliatezza mostrata più volte in questi ultimi mesi non gli lascerebbe fare molta strada nello slam inglese.

Quanto invece a Hubert Hurkacz, a 27 anni è ora che provi a capitalizzare un servizio illegale e provare a essere un giocatore da corsa anche negli Slam. Per adesso, il polacco vanta una sola semifinale, proprio a Wimbledon nel 2021, battuto da un fantastico Berrettini. A proposito...

Le mine vaganti: Draper e Berrettini

Proprio Matteo Berrettini è uno dei "black horse" di Wimbledon, il cavallo nascosto che può mettere tutti d'accordo, l'outsider che tutti temono, l'avversario che nessuno vorrebbe incontrare al primo turno. Sì, perché Matteo sembra tornato a livelli somiglianti a quello che lo portò a giocarsi la finale 3 anni fa, se possibile ancora più forte: sicuramente nella testa, ma anche il rovescio è migliorato e lo slice da queste parti può essere arma tattica fondamentale.

Soprattutto, Matteo Berrettini sembra mentalmente ancora più forte di quanto non fosse già (e lo era), probabilmente temprato da due anni assurdamente stracolmi di infortuni e inconvenienti vari. Il romano è fuori dalle teste di serie, quindi potrebbe in teoria incontrare un qualsiasi top (Sinner compreso, ovviamente) già al primo turno.

Un discorso simile vale per Jack Draper, 22enne che era emerso due anni fa come la grande speranza del tennis inglese, ma ha vissuto anche lui un biennio tempestato di guai fisici. Oggi Jack sembra finalmente anche lui in salute e lo ha dimostrato sia vincendo Stoccarda (peraltro in finale su Berrettini), sia battendo Alcaraz al Queen's. Quella prestazione ha definitivamente confermato Draper come un possibile outsider di lusso in ottica Wimbledon, oltre a dargli gli ultimi punti necessari per arrivarci da testa di serie. Dunque, Draper non rischia di incontrare un top nei primi due turni, ma dal terzo sì.